La mia storia

L'autore del blog
Ritratto dell’Autore (senza “coppiràit”!).

Invece di postare il solito “curriculum in formato europeo”, penso che sia più espressivo e interessante raccontare un po’ la mia storia. Questo sono io (un paio di annetti fa…), ritratto durante una frequentazione del mio “pubetto” di fiducia. Dietro ogni login/password c’è sempre una persona reale, e se uno non soffre di schizofrenia, è la stessa persona sia di fronte ad una tastiera che di fronte ad una birra.

Curriculum studiorum…

Sono sempre stato appassionatissimo di cose aerospaziali fin dalle elementari, e nel lontano 1980 avevo scelto il liceo scientifico perché volevo fare l’ingegnere. A parte il trauma di scoprire che si studiava più latino che matematica, purtroppo man mano che andavo avanti proprio in matematica faticavo sempre di più, mentre riuscivo molto meglio, e con molta meno fatica, in storia e filosofia. Ma per testardaggine provai lo stesso ad iscrivermi ad ingegneria a Padova. Fu un disastro: un anno perso. Quindi decisi di lasciar perdere la grande carriera e di fare qualcosa di più adatto a me. Mi iscrissi a storia a Venezia.

Qui andò molto ma molto meglio. Nonostante il mio ritmo di esami fosse piuttosto lento, un po’ per voglia di dare il meglio un po’ per ansia da prestazione, mi laureai col massimo dei voti, 110 e lode. È vero che a quei tempi alla facoltà di Lettere e Filosofia a Venezia c’era un certo livellamento verso l’alto, ma comunque i bei voti non piovevano dal cielo e con la tesi feci un ottimo lavoro. Peraltro l’argomento era piuttosto, diciamo così, estemporaneo: “Intransigentismo e rosminianesimo nell’opera di Pietro Maria Ferrè, vescovo di Crema e Casale Monferrato”. Mi lasciai convincere a fare una roba del genere dal mio relatore, il prof. Gianfranco Ferrarese, una delle persone più squisite che abbia mai conosciuto in vita mia. Oltretutto nel frattempo avevo fatto il servizio civile presso la Caritas veneziana.

Durante la tesi e poco dopo, frequentai un corso triennale di formazione al giornalismo organizzato da un centro culturale di Mestre, con un piccolo stage presso uno studio televisivo mestrino. Seguivano un paio di corsi del Fondo Sociale Europeo, uno di informatica gestionale e programmazione Cobol/SQL e uno, molto più produttivo, di computer-grafica e prestampa offset, organizzato dall’Istituto Grafico Salesiano San Marco di Mestre.

A Belluno

Grazie al corso dei salesiani nel 1997 avevo trovato un primo lavoro in una piccola tipografia di Longarone come operatore desktop-publishing in ambiente Macintosh. Purtroppo dopo pochi mesi il titolare mi fece capire che dovevo sloggiare, ma a quei tempi trovare lavoro nel Bellunese era piuttosto facile e siccome non ho mai avuto problemi ad adattarmi, finii per due anni a fare l’operaio addetto al collaudo in-circuit di schede elettroniche presso una grossa fabbrica di Longarone. Nel frattempo avevo collaboricchiato con la TV locale e grazie a questo contatto riuscii a trovare lavoro presso un’altra tipografia, molto più grossa della prima. Qui essenzialmente facevo l’impaginatore di libri e riviste e l’addetto prestampa in ambiente Windows e negli ultimi anni anche Macintosh.

Era un lavoro sicuro, ma anche molto ripetitivo e l’ambiente era molto chiuso. Ben presto iniziai a sentire il bisogno di ampliare i miei orizzonti, ma in una piccola città come Belluno non era una cosa facile. Oggi che ormai mi sto avvicinando alla sessantina ripensandoci col senno di poi non ci stavo proprio così male, ma allora, non ancora quarantenne, mi sentivo soffocare.

Per un po’ mi diedi al volontariato in una comunità per tossicodipendenti, suonavo il sax baritono nella banda di Belluno, e mi dedicavo ad un programma di musica jazz e progressive rock per una radio locale. Alla fine entrai nel gruppo di “Bellunodolomiti.it”, dove mi avvicinai per la prima volta al mondo del web, che mi piacque a tal punto da farmi decidere di immatricolarmi al corso di laurea in informatica all’Università di Ca’ Foscari. Il pallino era anche quello, prima che fosse troppo tardi, di riuscire in una laurea scientifica. Alla fine, nel 2010, presi la decisione di tornare a Mestre.

Ritorno a casa

A Mestre ho fatto una serie di belle esperienze lavorative nel settore dell’editoria e della scrittura web, soprattutto grazie all’attività di ghostwriting e curatela fatta per un professore di relazioni internazionali dell’Università di Trieste. Ho collaborato anche con alcune riviste tra cui la rivista degli astrofili italiani, per la quale ho curato per diversi anni una rubrica di storia dell’astronautica.

Purtroppo nel frattempo i soldi delle tasse universitarie erano finiti a mandar avanti la baracca, costringendomi a lasciar perdere la seconda laurea, con mia grande costernazione. E con ancor peggiore costernazione, la scelta di fare il “freelance”, ad ogni anno che passava, progressivamente si rivelava sempre più improduttiva, fino a rivelarsi non più praticabile. Avevo anche frequentato, con molta soddisfazione teorica ma senza alcun esito pratico un corso di web content management, ma dovetti arrendermi al fatto che era una strada che non portava da nessuna parte.

Professore

Alla fine, come tanti del resto, anche molto più “skillati” di me, il lavoro è tornato come professore, nel mio caso di italiano e storia ai tecnici e professionali. Si vede che è destino che per me vada sempre a finire nelle materie umanistiche. L’inizio è stato duro, la scuola è cambiata moltissimo da quando la frequentai io, e mi prendo il coraggio di dire non sempre in meglio. Comunque era giocoforza perseverare. Ora dovrei entrare di ruolo, l’età è quella che è ma ho notato con soddisfazione che aver avuto altre esperienze lavorative oltre al mondo della scuola mi aiuta molto nell’insegnamento, perché è più facile rendere materie, che in scuole “pratiche” sono sentite molto fumose, più vicine alla vita reale.