Russian Missiles in Cuba
Missile installations at Guanajay, Cuba. This was the first image of an Intermediate Range Ballistic Missile (IRBM) site under construction in Cuba. Guanajay, in western Cuba near Havana, is about 270 miles from Miami, Fl, and only 130 miles from Key West, Fl. (U.S. Air Force photo, public domain via WikiCommons, default caption)
P5M Marlin Cuban missile crisis
Un pattugliatore Martin P5M-2 Marlin del VP-45 Patrol Squadron dell’US Navy, allora basato alle Bermude, tallona un sommergibile sovietico tipo “Foxtrot”, a propulsione convenzionale, insieme al cacciatorpediniere DD-835 USS “Charles P. Cecil” (classe “Gearing”) sulla cosiddetta “Cuban Quarantine Line”.

Dopo la crisi di Cuba, iniziarono infatti i grandi trattati sulla limitazione delle armi nucleari, cioè sul “congelamento” di quello che fu all’epoca chiamato “equilibrio del terrore” e che in fondo, per quanto paradossale possa essere (ma già Sun Tzu scriveva che la strategia è la via del paradosso), garantì la pace per i trent’anni a venire, finché il blocco sovietico non implose.

Infatti il potere distruttivo di queste armi è talmente enorme da portare all’infinito i costi di una guerra globale e nel contempo da ridurre a zero i presunti benefici che questa guerra dovrebbe dare. Non è un caso che dopo il 1945 si sono cercati e si cercano tuttora, con una fantasia degna di miglior scopo, tutti i modi possibili ed immaginabili di fare la guerra in modo alternativo rispetto alla guerra tradizionale: guerra asimmetrica, “cyberwar”, guerriglia, terrorismo, guerra economica, “migration war”, guerra informativa, guerra mediatica, eccetera. La storia non si fa con i se, ma penso di non dire una sciocchezza troppo grossa affermando che senza la deterrenza nucleare oggi saremmo probabilmente al quarto confronto bellico globale, uno penso sul finire degli anni Sessanta ed un altro proprio in questi anni. Ma ho sempre considerato le ucronie come un simpatico gioco e basta. E’ vero che il deterrente nucleare non ha risolto la conflittualità, l’ha solo spostata, ma purtroppo il conflitto è una costante antropologica di cui la nostra specie animale non è mai riuscita a liberarsi. Ma stiamo andando troppo fuori tema scivolando nel filosofico.

Nagasaki Mushroom
Il “fungo atomico” dell’esplosione di “Fat Man” su Nagasaki (public domain).

Dopo Hiroshima e Nagasaki, la strategia americana nell’immediato dopoguerra si basò sul monopolio dell’arma atomica, che aveva trasformato gli Stati Uniti nella prima “superpotenza” della storia. Lo scoppio delle due atomiche aveva per Washington un duplice scopo: chiudere immediatamente la Seconda Guerra Mondiale, che stava prolungandosi oltremisura a causa del fanatismo militare giapponese; e dimostrare la potenza distruttiva della nuova arma al futuro probabile avversario, cioé l’URSS di Stalin, secondo un principio non troppo diverso da quello secondo cui per farsi rispettare in una boy gang almeno una volta bisogna dimostrare la propria abilità nel dare botte. Ancor prima della fine della guerra, infatti, fu chiaro che l’Unione Sovietica sarebbe diventata un problema per gli Alleati occidentali, e infatti già nel 1949 fu firmato il Patto Atlantico.

Fat Man a TInian
La bomba di Nagasaki, “Fat Man”, in preparazione a Tinian il 5 agosto 1945 (public domain).

Ma la nascita della NATO non fu l’unico avvenimento importante di quel 1949. Il 29 agosto di quell’anno, infatti, fu fatta esplodere la prima bomba atomica sovietica. La somiglianza con la “Fat Man” di Nagasaki e la rapidità di sviluppo non lasciarono dubbi sul fatto che alcuni scienziati del “progetto Manhattan”, si seppe poi a causa delle loro opinioni politiche, avevano rivelato “segreti atomici”  ai sovietici.

joe-1 prima bomba A sovietica
Ricostruzione dell’involucro della RDS-1 (“Joe-1” per gli occidentali, in onore di Stalin). La somiglianza con “Fat Man” è palese (www.ctbto.org).

I quali non si limitarono a copiare la bomba, ma copiarono anche l’aereo che avrebbe dovuto trasportarla: erano infatti venuti in possesso di alcuni esemplari del Boeing B-29, lo stesso aereo che aveva sganciato le atomiche americane sul Giappone, e in quello stesso 1949 entrarono in servizio i primi esemplari del Tupolev Tu-4 Bull, la copia sovietica del B-29, in grado di raggiungere gli Stati Uniti attraverso l’Artico in una “one-way mission“, per dirla in modo eufemistico.

Mao e Stalin
Mao a Mosca per il settantunesimo compleanno di Josif Stalin (public domain).

Infine, con grande costernazione di Washington, nell’ottobre 1949 Mao Tse-tung (o Mao Zedong nella nuova trascrizione ufficiale Pinyin, ma io ormai ho i miei annetti sulle spalle e sono abituato alla vecchia Wade-Giles) proclamò la Repubblica Popolare Cinese. In Asia si veniva a creare un blocco comunista, e Stalin pensò di approfittare della situazione per “saggiare” la politica del containment adottata da Truman. Il risultato fu la guerra di Corea.

(fine prima parte)